La figura del giullare

La figura del giullare

Il giullare, spesso noto anche come menestrello o buffone, è una figura storica che ha attraversato i secoli portando con sé una ricca tradizione di intrattenimento e narrazione. Questo personaggio multiforme ha svolto un ruolo importante in molte società, offrendo non solo spettacolo ma anche commento sociale e critica.
Il termine giullare proviene dal provenzale occitano joglar (latino joculare, che significa "gioire") e serve a definire quella moltitudine di artisti che si guadagnavano da vivere esibendosi davanti ad un pubblico, che fossero attori, musicisti, giocolieri, acrobati, mimi o ciarlatani. Le sue origini risalgono all'antichità, quando si esibivano anche nelle corti reali, dove i nobili assumevano questi artisti per allietare i loro ospiti con performance di vario genere.

Tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo questi artisti che vivevano alla giornata iniziarono a diventare un elemento di unione tra la letteratura popolare e quella colta. Il ruolo del giullare comprendeva spesso l'esecuzione di musiche, danze e la recitazione di poesie, quindi essi sono considerati tra i primi veri professionisti delle lettere (vivendo della propria arte) e data la loro capacità di diffondere notizie ed idee attraverso i loro spettacoli.

Con il passare del tempo, il giullare ha ampliato la sua gamma di abilità, diventando un intrattenitore poliedrico capace di coinvolgere il pubblico attraverso la recitazione, l'umorismo e, talvolta, anche l'acrobazia. La sua versatilità era una risorsa preziosa nelle corti medievali, dove questi artisti venivano spesso utilizzati per rompere la monotonia delle cerimonie ufficiali o delle lunghe riunioni.
Un aspetto significativo della figura del giullare era la sua abilità nel mescolare intrattenimento e critica sociale. Attraverso la satira e il sarcasmo, il giullare poteva mettere in discussione le autorità e mettere in evidenza le contraddizioni della società in cui si esibiva. Tuttavia, questa audacia comportava anche rischi, poiché il giullare doveva essere abile nel bilanciare l'umorismo con la prudenza per evitare punizioni da parte dei potenti. La Chiesa Cattolica guardava con sospetto quando non osteggiava direttamente questa figura, sia per il suo stile di vita sia perché attraverso le sue trasformazioni "in scena" finiva per cambiare aspetto ed espressione, andando contro la volontà di Dio creatore. Basta pensare al grottesco, eccessivo e ancora oggi caratteristico costume che indossavano durante il Medioevo, un'epoca in cui è bene ricordare le persone non potevano certo vestire come preferivano, ma erano tenute ad un codice di abbigliamento, che ne distingueva stato sociale e spesso ruolo.

Nel corso dei secoli, il giullare ha subito cambiamenti nella sua percezione sociale. Se inizialmente era visto soprattutto come un intrattenitore di corte, nel Rinascimento e oltre ha cominciato a essere apprezzato anche dal pubblico comune. Le sue esibizioni si sono diffuse dai saloni nobiliari alle piazze cittadine, coinvolgendo una varietà di spettatori.
Il teatro shakespeariano è ricco di personaggi che incarnano il concetto di giullare, come il buffone nella tragedia Re Lear. Questi personaggi non solo offrivano spettacolo ma svolgevano un ruolo chiave nella narrazione, spesso fungendo da consiglieri sagaci e critici delle azioni dei protagonisti.
Nel corso del tempo, con l'avvento dei mezzi di comunicazione di massa, la figura del giullare ha subito ulteriori trasformazioni, mantenendo la sua rilevanza in modi diversi. Dai saloni nobiliari, alle piazze cittadine, all'epoca del teatro elisabettiano fino all'era del cinema e della televisione, la sua eredità è stata mantenuta permeando molte forme di spettacolo contemporaneo. 
Oggi, sebbene il termine "giullare" non venga più comunemente utilizzato, la sua influenza si fa ancora sentire in molte forme di intrattenimento, come in personaggi quali clown circensi, comici televisivi e ancora artisti di strada, che celebrano l'arte dell'intrattenimento e spesso esplorano le sfumature della critica sociale. 
 

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