Ruzzola

Ruzzola

La ruzzola è uno sport popolare di origini molto antiche e strettamente legato alla tradizione italiana. Ben conosciuto in molte regioni del nostro paese, era piuttosto diffuso tra la gente dei ceti più bassi almeno fino a fine Ottocento. Si giocava principalmente in queste regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria. Si tratta di un gioco di strada, da praticare all'aperto, in vie poco frequentate, che ha il suo fulcro nel lancio della ruzzola attraverso un nastro o spago, allo scopo di farle percorrere il percorso stabilito nel minor di lanci possibili.

Il nome del gioco deriva proprio da rotelle di legno cilindriche (dai 13 ai circa 30 centimetri di diametro, per un peso di qualche chilo) chiamato ruzzola o ruzzolone, anche in base alla loro grandezza, di aspetto simile a quello di una forma di formaggio stagionato. In passato era proprio il formaggio ad essere lo strumento utilizzato nelle gare. Viene quindi chiamato gioco della ruzzola o più colloquialmente ruzzola.

Secondo alcuni, la ruzzola era giocata in antichità già dagli etruschi, e se anche questa voce non ha certezze storiche, si è sicuri, che fosse uno sport praticato almeno sin dalla fine dell'Impero Romano. Nel Medioevo era un gioco ben diffuso, che prese la via delle scommesse e del gioco d'azzardo, con puntate anche molto elevate. Un particolare evento storico, racconta che uno "sbagliato tiro di ruzzola", costò al Signor Baraccani di Pavullo, sia il Castello di Monterastrello, che altri possedimenti famigliari. La sua diffusione finì per subire un certo arresto nel 1761, quando venne vietata, tranne nel periodo del Carnevale, ma nelle campagne e nei paesi, questo sport tradizionale rimase sempre abbastanza in voga.

In genere viene giocato in strade di campagne, lungo appositi percorsi delimitati chiamati treppi, organizzati per fornire una gara più avvincente con ostacoli vari. Il percorso della ruzzola è stabilito in anticipo, e può presentare varie difficoltà, tra cui i picchetti, ovvero dei pali posizionati nelle curve, i greppi, ostacoli laterali in cui può cadere o fermarsi. Nel caso dei picchetti, ad esempio, se un giocatore esce dal percorso e la ruzzola prosegue oltre il picchetto, dovrà essere posta indietro, rientrando nel percorso, finendo per perdere lanci preziosi.

Il giocatore avvolge uno spago (o nastro) attorno alla ruzzola e la lancia tenendo un capo dello spago in modo da imprimerle una veloce rotazione. La ruzzola si può giocare individualmente, a coppie o a squadre, in cui i giocatori si alternano nel lancio; il numero dei partecipanti in genere non è stabilito. Sia che si giochi lungo la strada, che nelle gare ufficiali lungo il treppo, è l'abilità del giocatore a fare percorrere più strada alla ruzzola a portare alla vittoria; che sia per aver raggiunto il traguardo nel minor numero di lanci possibile, o che si percorra il tratto più lungo con meno lanci degli avversari.

A causa del suo carattere goliardico e della possibilità di giocarlo lungo strade, talvolta anche trafficate, nel corso del tempo ci sono state vari tentativi di ostacolarne o bloccarne lo svolgimento, poiché causava danni di ordine pubblico, quando non proprio danni fisici alle persone. Venne accusato anche di dubbia moralità a causa dei giri di scommesse, che spesso circondano tale sport, che però resistette nei secoli, risultando sempre in grado di appassionare giocatori e spettatori. Ancora oggi la ruzzola ha un suo spazio, tanto da essere definito gioco tradizionale facente parte dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dall'UNESCO, nel 2003. Nel nostro paese viene tutelato e regolamentato dalla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, e dall'European Tradizional Sports and Game Association, a livello europeo.

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