COMITATO PALIO DI SOMMA VESUVIANA

Il Palio di Somma Vesuviana XXI edizione 9-10-11 settembre 2011

…e tutto si rinnova

Il Palio di Somma è un evento molteplice,che si ripete da 21 anni, dove storia, gioco popolare, tradizione eventi culturali, canto, danza,musica antica medievale e popolare, rievocazioni storiche e sapori, spazi diffusi nella piazza e ritrovo si intrecciano in una festa Mirabile.

Tre giorni di festa, una scena a tre tempi : la memoria popolare, la storia e il mondo nuovo..

Il palio come festa popolare, attinge al contempo al ricordo e all’utopia, ciò che la Festa deve essere : rappresentare l’unità della comunità urbana, nella sua realtà profonda di communitas, inscrivere e radicare il passato della città in una storia prestigiosa e antica, liberare orizzonti e utopie nel tessuto sociale.

Venerdì: Serata introduttiva, tutti sono invitati a "cena"e a ballare. POPOLO; SAPORI E TAMMORRE..musica e ritmi della notra terra, cucin e piatti tipici, Taberne con vino locale "Catalanesca"

Sabato : La Somma Angioina, il regale rito dell’investitura del Magister Nundinarum, il sontuoso e suggestivo corteo che attraversa le vie del Casamale, Margherita, Prigliano e la vie del centro urbano, creano un magnifico percorso nella memoria, nel sabato del Palio dedicato al tempo della storia per riconsegnare identità e dignità attraverso la consapevolezza della propria storia.

La rievocazione del mercato medievale, luogo di scambi e trasmissione nella antica piazza del Trivio al largo San Giorgio. Le antiche danze rinascimentali, il rito della cena medievale, la musica antica dei menestrelli e le giullarate itineranti, ritmano lo spazio e tempo in un gioco di specchi storici evocativi. Tutt’intorno e sopra i palazzi mille fiammelle illuminano i palazzi e tracciano geometrie di luci nella notte del Palio.

La domenica del Palio : il tempo della memoria e tradizioni popolari. Esprime la straordinaria simbiosi tra il popolo e la terra (rito della montagna, vita contadina…usanze ), per conservare la memoria della cultura contadina risorsa di questa territori.

I GIOCHI E LA SFIDA tra gli otto rioni e contrade storiche della città di Somma. Intensissimi intrecci di movimenti scandiscono il tempo nell’arena dei giochi.

La Tammorra e la musica popolare ritma la scena in un tripudio di gente accorsa vicino ai propri stendardi e nobili casate. Al largo San Giorgio della piazza un’altra scena si apre: il balcone dell’antico palazzo offre dall’alto ai tavoli della Taverna antiche e delicate melodie napoletane.

Il Palio di Somma :Il gioco i giochi.

I giochi della tradizione popolare del Palio di Somma, traducono l’esperienza del tempo, residuo di tendenze ataviche e riproduce attività primitive, che diventano offerta di una memoria che si riscopre presenza.

In uno spazio di confine tra ludico e rito, il gioco popolare creatore e segno di stile e di cultura, diventa partecipazione, mentre il giocatore, rischiando la sua individualità, comunica il proprio mondo interiore e diventa attore. Attore di uno spettacolo che egli stesso contribuisce a creare e di un passato collettivo, che la memoria rende più ampio travalicando i confini e ritornando ad un tempo illusorio in cui il gioco era arte, musica e recitazione in cui i significati si confondevano e si fondevano in un unico concetto. Il gioco è semiosi dell’esistenza umana che in ciò si auto interpreta.

I giochi del Palio tra i rioni e contrade storiche di Somma.

Sei le prove che le otto squadre rappresentanti gli importanti rioni storici ( Casamale, Margherita, Prigliano) e cinque contrade.

IL TIRO ALLA FUNE :

Connesso alla simbologia delle “forze contrastanti” (bene-male, vita-morte, luce-ombra, il principio maschile e quello femminile, il cielo e la terra, yang e ying, insomma l'espressione del dualismo della complementarietà universale), era praticato in occasione di cerimonie propiziatori di buon tempo e di abbondante raccolto e di cerimonie funebri...

LA CORSA CON IL SACCO. questo gioco consiste in una corsa effettuata con un sacco intorno agli arti inferiori. Il sacco in genere si protrae fino all’altezza della cintura ed è sorretto con le mani dello stesso concorrente. Vincerà la gara chi per primo riuscirà ad ultimare il percorso.

IL CHIRCHIO.

Orazio ci parla del gioco del cerchio presso i greci. Non c'è pervenuto alcun esemplare di cerchio, ma secondo un'antica norma i cerchi dovevano arrivare all'altezza dei fianchi dei fanciulli. Normalmente erano di bronzo o di legno, ma quelli più economici non erano altro che cerchioni ...

IL"CURUOGLIO"(CERCIONE).

Panno o tenera frasca frondosa, ravvolto a cerchio, da porre sul capo per appoggiarvi pesi da trasportare in equilibrio.. Antica pratica diffusa in tutto il mondo, riproposta al Palio di Sommacome prova di abilità per rivivere un costume tipico delle nostre terre

LA PIGNATTA O “CACCAVELLA”

La prima domenica di Quaresima, chiamata anche Carnevalicchio, un po' come il Carnevale ambrosiano che si prolunga fino al sabato successivo al martedì grasso, ci si confrontava nel gioco della "pignata", la tipica pentola di argilla usata un tempo per cuocere e rendere più saporiti i fagioli, che per l'occasione veniva riempita di leccornie e appesa al centro della stanza fra la frenesia di bambini e ragazzi, desiderosi di mettere in mostra la loro abilità e golosi del contenuto che, da lì a poco, sarebbe piovuto sulle loro teste come manna dal cielo.

La pentolaccia era un gioco prettamente italiano e diffuso un po' ovunque nelle nostre regioni, e forse per questa sua popolarità riuscì a valicare i confini e incontrare così buona accoglienza in Spagna da dare perfino il nome di domingo de piñata alla prima domenica di Quaresima.

Quanto al significato simbolico, l'Allegretti ritiene che "la rottura della pentolaccia, approssimandosi l'equinozio di primavera, richiama i riti del capodanno; essa è il simbolo dell'anno che, morendo, offre i suoi semi per l'anno nuovo". Ma senza dubbio si possono dare altre spiegazioni, più o meno, affini come un invito, dopo l'ultima gozzoviglia rappresentata dai dolciumi in essa contenuti, ad astenersi dai peccati gola, o come segno augurale ricollegandola a usanze così all'antica usanza presso i popoli primitivi e no di rompere bicchieri, vasi, etc. ( di Sebastiano Rizza)

IL “PALO Di SAPONE-L’ALBERO DELLA CUCCAGNA”

È collocato tra riti propiziatori della vegetazione insieme alla Pertica, lungo albero di castagno tagliato nella selva arricchito di doni e premi e offerto alla divinità (donna-moglie fidanzata). Sono riti ricollegabili ai culti arborei diffusi in tutta Europa, a partire dall’area celtica.

Nello spazio antistante la Collegiata al borgo medievale di Somma, Casamale-terra murata, veniva approntato in occasione del Carnevale, ma spesso veniva issato anche in occasione di feste nelle contrade. I premi e i doni della cuccagna, rappresentano l’abbondanza e il propiziatorio di un ricco e fecondo raccolto. Come gara esso si colloca tra le forme agonistiche delle feste di inizio ciclo del Calendimaggio ( riti di inizio primavera). “Un alto palo di castagno scortecciato viene issato tra i basoli. Il cerchio di una botte, fissato in cima , trattiene polli, salumi, provoloni, carte di maccheroni, castagne, noci, fichi secchi”(Angelino di Mauro. Da Buongiorno Terra).

Ma le origini storiche e l’evoluzione dell’albero della cuccagna si perdono nel tempo

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