La tradizione degli sbandieratori

La tradizione degli sbandieratori

Molte fiere, manifestazioni o rievocazioni storiche fanno spesso sfoggio di una esibizione degli sbandieratori, che mettono in mostra tutta la loro abilità facendo volteggiare i simboli della città e regione d'appartenenza. Quello che oggi è uno spettacolo d'intrattenimento, colorato ed acrobatico, ha però un'origine molto più prosaica: la nascita degli sbandieratori risale alle guerre di fine XIV secolo.

I Comuni facevano portare una bandiera alle proprie truppe, tanto in simbolo di riconoscimento e prestigio, quanto per ottenere un vantaggio tattico, creando un punto di riferimento e favorendo una veloce comunicazione, tramite un codificato sventolio e lancio dei vessilli. In questo modo si poteva avvertire le truppe della necessità di una ritirata o un attacco rapido, permettendo movimenti decisivi sul campo di battaglia. Anche nel famoso L'arte della guerra di Sun Tzu, il generale e filosofo cinese riportava l'importanza di stendardi (e campane e tamburi) per organizzare e focalizzare l'attenzione delle truppe. Gli alfieri (nome che avevano all'epoca gli sbandieratori) erano a tutti gli effetti "gli occhi e le orecchie dell'esercito", con compiti ben distinti e precisi rispetto al resto delle truppe. 
Gli alfieri erano uomini d'arme, scelti con cura perché il loro compito era importante e delicato: utilizzare e difendere le proprie insegne fino alla morte, così come i messaggi segreti che esse custodivano. Infatti, in caso fosse stato catturato dai nemici, un alfiere doveva essere in grado di resistere alla tortura e non rivelare i segnali e i codici privati che aveva imparato. Quindi un alfiere doveva essere coraggioso e leale, ben più di altri militari, oltre ad essere tenuto a conoscere più lingue, per favorire la comunicazione sul campo di battaglia con i vari uomini di diversa provenienza che componevano gli eserciti. Abbiamo dunque una figura che oltre ad una particolare destrezza nell’uso delle armi, doveva vantare notevoli doti atletiche, di potenza fisica, intelletto e, in particolar modo, coraggio. L'uomo poteva anche cadere, ma la bandiera doveva rimanere in salvo.
Gli stessi Signori dei Comuni richiedevano che tale disciplina ed educazione marziale venisse insegnata nei collegi ed accademie militari: si formarono così uomini in grado di ricoprire il ruolo di alfieri. La bandiera divenne quindi un simbolo, apprezzato per molteplici ragioni. Veniva realizzata con strisce di stoffa e pelli in diversi colori, ai fini di personalizzarla e renderla il più possibile riconoscibile. Nel tempo, "l'arte di sventolare la bandiera" acquistò sempre maggior importanza anche in altri campi, tanto che nel Seicento, veniva esibita anche allo scopo di intrattenere dame e cavalieri, nei vari principati italiani.

Oggi, gli sbandieratori hanno un ruolo ben diverso, relegato alle occasioni di festeggiamento, dove fanno roteare le proprie bandiere, al tempo scandito dai tamburini, durante esibizioni, marce e processioni. Oltre che nelle occasioni di ricorrenze e rievocazioni laiche, gli sbandieratori sono anche impiegati in quelle di carattere religioso. In Italia sono due le associazioni che tutelano e racchiudono tutte le altre, ben numerose e diffuse: la Federazione Italiana Sbandieratori (FISB) e la Lega Italiana Sbandieratori (LIS). La prima ha un impianto più tecnico-sportivo e si occupa di organizzare la Tenzone Aurea, il campionato nazionale di serie più elevata (la A1), mentre la seconda si occupa a sua volta di organizzare e gestire competizioni (a carattere nazionale e non), il tutto con un aspetto più classico. L'Italia può vantare le maggiori organizzazioni di bandiera del mondo, grazie anche alla fondazione della Federazione Italiana Antichi Giuochi e Sports della Bandiera (l'attuale FISB), che nacque a San Marino nel 1966, dopo che negli anni precedenti si era assistito ad una particolare ripresa di questa attività sportiva.

Quando si parla di sbandieratori, si deve pensare ad un vero e proprio patrimonio espressivo che muta e attraversa il tempo, culminando oggi nella figura dello sbandieratore, spesso protagonista dei momenti più spettacolari durante rievocazioni e manifestazioni civili e religiose. 

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